23 settembre 2010

Il giardino pensile - The hanging garden


A poca distanza dal Teatro Comunale, in una delle zone più eleganti della città, appare in mezzo ai tetti qualcosa di inaspettato: un incredibile giardino posto sulla sommità di un palazzo per altri aspetti tradizionale e austero, dal quale svettano dei sorprendenti pini.
Non è inusuale trovare alberghi dotati di roof garden, a Firenze ce ne sono diversi, ma questo ha qualcosa di speciale: forse è il fatto di trovarsi su un edificio non troppo alto, in un contesto di strade piuttosto ampie, condizioni che permettono di percepire facilmente dall'esterno la presenza di vegetazione e di alberi.
E poi, quegli alberi dall'aspetto così comune e familiare hanno l'aria di essere spuntati lì per caso, come l'erba che a volte si vede apparire sulle grondaie o sui tetti, nata da semi portati dal vento.
[Per chi trova incredibili questi pini coltivati sul tetto, consiglio questo link al sito dell'Hotel Kraft, con le immagini del giardino pensile! (28/9/2010)].

A short way from the Teatro Comunale, in one of the most elegant areas of the city, amid the roofs something unexpected appears: an incredible gar­den placed on the top of a building otherwise traditional and austere, from which a few surprising pines stretch out.
It's not unusual to find hotels with a roof garden — in Florence there are many — but this one has something special; maybe it's the fact that it's placed on a building that is not so high, in a context of quite wide streets, conditions that allow to perceive easily from the outside the presence of vegetation and trees.
And then, those trees with their common and familiar appearance give the idea that they have sprouted by chance, like the grass that sometimes one see on the gutters or on the roofs, born from seeds brought by the wind.
[To those who find incredible these pines grown on the roof, I give my advice to take a look at this link to the website of the Hotel Kraft, with the pictures of the hanging garden! (28/9/2010)].

15 settembre 2010

La cupola di San Frediano in Cestello - The dome of San Frediano in Cestello



Dall'insieme compatto dei tetti di Firenze, emergono i volumi imponenti e tuttavia aerei di numerose cupole, che appaiono sospese nel cielo come se a sostenerle fosse l'aria stessa; prima fra tutte ovviamente la cupola di Santa Maria del Fiore, emblema della città, intorno alla quale se ne dispongono altre, più piccole e meno conosciute.
Fra queste una delle mie preferite è la cupola della chiesa di San Frediano in Cestello, posta sulla riva sinistra dell'Arno, edificata alla fine del XVII secolo, che ho rappresentato in questo acquerello guardandola dalla vicina piazza del Carmine.
Stavolta non ho disegnato le macchine in sosta, poiché tutta la piazza non è altro che un esteso parcheggio, ma ho preferito concentrarmi sulla cupola e su quanto la circonda: il campanile, le semplici, antiche case del quartiere di San Frediano con i tradizionali tetti in cotto, il cielo di Firenze in un bel pomeriggio di fine estate.


From the whole of the roofs of Florence, the imposing and yet aerial volumes of numerous domes emerge and look like hanging in the sky as if they were supported by the air itself; first of all obviously the dome of Santa Maria del Fiore, emblem of the city, around which many others, smaller and less known, are disposed.
Among these one of my favourite ones is the dome of the church of San Frediano in Cestello, placed on the left bank of the river Arno, built at the end of the XVII century, which I have represented in this watercolour looking at it from the near piazza del Carmine.
This time I haven't drawn the parking cars, because all the square is nothing but a wide car park, but I've preferred to concentrate on the dome and what is around it: the bell tower, the simple, ancient houses of the district of San Frediano with their traditional tile roofs, the Florence sky in a beautiful afternoon at the end of summer.

05 settembre 2010

I tre archi - The three arches


È ancora molto caldo a Firenze per dipingere nelle prime ore del pomeriggio, ma la tranquillità che ho trovato in questa strada della città mi ha attratta in modo tanto irresistibile che né l'alta temperatura né la  luce abbagliante sono riuscite a fermarmi.
Non ho idea di che cosa esattamente ci sia al di là di questi tre archi quasi completamente riempiti da una rigogliosa pianta di glicine: forse un giardino privato, o forse una corte condominiale; dalla strada si può solo intuire o immaginare quello che resta nascosto dal muro. Nel contesto decisamente austero in cui si trova questa costruzione, questa vegetazione esuberante insieme all'inusuale architettura che le fa da complice mi sono apparse come un bel sorriso su un volto fino a un minuto prima burbero e serioso.
Inizialmente pensavo di lasciare senza colore le sagome delle automobili in sosta, per dare maggior risalto al soggetto, ma mentre procedevo con l'acquerello mi sono resa conto che il magnifico colore del cielo, e il glicine stesso, si riflettevano sulle carrozzerie lucide, così alla fine ho lasciato che anche queste facessero parte di questo piccolo lavoro, pagina iniziale del mio nuovo taccuino da schizzi.

It's still very hot in Florence to paint in the first hours of the afternoon, but the peacefulness that I found in this street of the city has attracted me so overwhelmingly that nor the high temperature nor the dazzling sunlight could stop me.
I have no idea of what exactly is behind these three arches almost completely filled with a luxuriant wisteria: maybe a private garden, or maybe a condominium's courtyard; from the street one may just perceive or imagine what is hidden by the wall. In the definitely austere context where this building is placed, this exuberant vegetation together with the unusual architecture that acts as its accomplice appeared to me as a beautiful smile on a face that until one minute before looked surly and severe.
Initially I was thinking to leave uncoloured the outlines of the parked cars, in order to give more prominence to the subject, but while I was proceeding with the watercolour I realized that the magnificent colour of the sky, and the wisteria itself, were reflecting on the shiny bodies of the cars, so at the end I let also them be part of this little work, opening page of my brand new sketchbook.