29 maggio 2012

La cala del Leone

Approfittando della splendida luce e del bel clima di maggio, che anche in presenza di qualche nuvola invogliano a stare il più possibile all’aria aperta, domenica mattina con alcune amiche abbiamo preso l'auto e ci siamo dirette verso il mare.
In poco tempo abbiamo raggiunto Livorno, che dista appena un centinaio di km da Firenze, e da lì, raccogliendo le indicazioni di alcuni abitanti del luogo, abbiamo proseguito verso sud lungo la via Aurelia, che qui si chiama via del Littorale (nobile discendente dell'antica strada romana che ancora oggi come duemila anni fa collega Roma con Pisa e da qui procede verso nord oltrepassando i confini dell'Italia), finché una fila di auto parcheggiate su ambo i lati della strada ci ha rivelato che eravamo arrivate a una delle spiagge preferite dai livornesi: Cala del Leone.
Per raggiungerla, abbiamo percorso il sentiero che scende fra gli alberi e gli arbusti tipici della macchia mediterranea di queste zone, con un ripido tratto finale sulle rocce.
Abbiamo così scoperto questa bellissima caletta, incastonata fra il mare limpido, le rocce e la ferrovia che passa al di sotto della via del Littorale. Verso sud, il verde promontorio dominato dal castello di Sidney Sonnino, importante politico italiano che morì nel 1922 e volle essere sepolto proprio qui, in una grotta a pochi passi dal castello. Questo si trova sul luogo di un antico fortilizio mediceo, che fu fatto ampliare e trasformare dallo stesso Sonnino alla fine dell'Ottocento, quando decise di farne la propria residenza.
Dopo un paio d'ore di piacevole relax sotto un sole insolitamente mite, ho tirato fuori il mio piccolo album da disegno e gli acquerelli e ho cercato di ritrarre questo delizioso paesaggio, al tempo stesso selvaggio e ricco di storia.
(acquerello su carta Fabriano 12,5x18 cm)


Taking advantage of the wonderful light and of the beautiful climate of May, which also with the presence of some clouds make feel like staying in the open air as much as possible, last Sunday morning together with a few friends of mine we took the car and headed for the seaside.
In a little time we reached Leghorn, which is just a hundred kilometers from Florence, and from there, having gathered some advices from the inhabitants of the city, we moved southwards along the via Aurelia, which in this stretch is called via del Littorale (noble descendant of the ancient Roman road that today as two thousand years ago connects Rome with Pisa and from there proceeds northwards getting beyond the borders of Italy), until a row of cars parked along both sides of the road revealed us that we had arrived at one of the beaches that the inhabitants of Leghorn like best: Cala del Leone. To get to the beach, we walked on the path that goes down amid the typical trees and bushes of the maquis of this area, with a steep final part on the rocks.
So we discovered this beatiful caletta (the Tuscan word for "cove") set between the clean sea, the rocks and the railway that passes below Via del Littorale. Southwards,the green promontory dominated by the castle of Sidney Sonnino, prominent Italian politician who died in 1922 and wanted to be buried just here, in a cave situated a short walk to the castle. This stands in the place of an ancient Fortress originally belonging to the Medici family that Sonnino himself had enlarged and transformed at the end of the Nineteenth century, when he decided to go to live there.
After a couple of hours of pleasant relax under an unusually mild sun, I took my small album and my watercolours and tried to portray this lovely landscape, at the same time wild and rich of history.
watercolour on Fabriano paper 5"x7"). 

19 maggio 2012

Firenze segreta - Secret Florence


In questa giornata funestata da brutte notizie di violenza e terrore proveniente da Brindisi, un raggio di sole mi è stato portato dalla bella iniziativa organizzata da Massimo Montigiani consistente in uno sketchwalk di gruppo in una zona di Firenze che mi era totalmente sconosciuta.
Per arrivarci, dal Piazzale di Porta Romana, luogo dell'accesso meridionale all'antica cinta muraria di Firenze, sono entrata nel giardino delle Scuderie Reali, i cui locali sono oggi adibiti a Liceo Artistico. Un luogo bello, solare, allietato dalla presenza dei giovanissimi studenti e dei loro professori. Oltrepassato il giardino, sono uscita da un cancello posteriore e mi sono ritrovata in un quartiere che è mi sembrato appartenere al regno delle favole: silenzio, pace, villini con deliziosi giardini, decori ora austeri, ora leziosi, in un'insieme piacevolissimo. Tutt'intorno, il verde del meraviglioso Giardino di Boboli, del giardino del Bobolino e delle colline circostanti. Sono arrivata presto, e ancora rapita dallo stupore per questa scoperta, ho scelto un villino posto all'incrocio fra due strade, incuriosita dal suo aspetto singolare, che in realtà si ripete in tutti i villini che si affacciano sull'incrocio, e dall'insolito motivo dell'ape presente sul parapetto del balcone, forse richiamo all'emblema araldico di qualche antica famiglia legata a questo luogo o, più probabilmente, semplice simbolo dell'operosità degli abitanti di questo borgo, originariamente in gran parte artigiani.
Quando il gruppo degli altri disegnatori è arrivato, ciascuno ha scelto il proprio scorcio nei pressi e abbiamo passato insieme piacevoli ore, concentrati sui nostri disegni, scambiando fra di noi solo poche parole. Alla fine, quando si è avvicinato il momento di lasciarci, è nato uno scambio di consigli ed esperienze su penne, pennelli, acquerelli e tecniche, qualcosa di così bello che mi ha fatto desiderare che tutto questo possa ripetersi molto presto!
(matite acquarellabili su taccuino da viaggio Winsor and Newton 14,9x21 cm).


In this day struck by bad news of violence and terror coming from Brindisi, a ray of sunlight has been brought by the beautiful initiative organized by Massimo Montigiani, consisting of a group sketchwalk in an area of Florence that was completely unknown to me.
To get there, from the Piazzale di Porta Romana, southern access gate to the ancient walls of Florence, I entered the garden of the Royal Stables, whose rooms are now used as senior high school specializing in artistic education. A beautiful place, enlivened by the presence of the very young students and their teachers. After I passed the garden, I walked through a rear gate and I found myself in an area that seemed to belong to the realm of fairy tales: silence, peace, small houses with delicious gardens, decorations that were now sober, now mincing, forming an extremely pleasant whole. All around, the green of the marvellous Boboli Gardens, of the garden of Bobolino and of the surrounding hills. I arrived early, and still entranced by amazement for this discovery, I chose a small house at the crossroads between two streets, intrigued by its peculiar look, which actually repeats itself in each of the houses facing the same crossroads,  and by the unusual theme of the bee on the parapet of the balcony, maybe a reference to the heraldic emblem of some ancient family tied to this place or, more likely, simple symbol of the industriousness of the inhabitants of this suburb, originally mainly craftsmen.
When the group of the other sketchers arrived, each chose his own view around there, and we spent together pleasant hours, absorbed by our drawings, exchanging just a few words. At the end, when the time of leaving approached, we started exchanging advices and experiences about pens, brushes, watercolours and techniques, something so beautiful that made me desire that all of this can happen again early!
(watercolour pencils on travel sketchbook Winsor & Newton 5,8"x8,3" cm).

01 maggio 2012

Palazzo Uguccioni in Piazza della Signoria




La parola "Rinascimento", applicata come un'etichetta alle architetture che hanno reso famosa Firenze, si può accostare a oggetti così diversi per spirito, aspetto e momento storico in cui sono nati, da far pensare che si tratti di un termine in molti casi troppo generico, inadatto a descrivere la realtà.
Il palazzo Uguccioni di piazza della Signoria, ad esempio, rappresenta l'anima più classicistica della Firenze rinascimentale, direttamente collegata alle esperienze romane di Bramante e Raffaello e alla loro raffinatissima riproposizione dei canoni dell'architettura di Vitruvio.
Siamo quindi assai lontani tanto dal vecchio gusto tradizionalistico, ancora medievale, mai abbandonato dai magnati della città, quanto dalle forme spoglie e sobrie dell'architettura cosiddetta "piagnona", che dal 1494 divenne predominante in città per quasi un ventennio, espressione della Repubblica di Savonarola.
Il palazzo, realizzato da Mariotto di Zanobi Folfi detto "l’Ammogliato", risale al 1549, appartiene perciò al clima ancora pieno di incertezze dei primi anni del dominio di Cosimo de' Medici, non ancora granduca.
Oggi il palazzo appare come una sontuosa scenografia nella piazza dominata dall'imponente Palazzo Vecchio, e al piano terra ospita un bar ristorante i cui tavoli occupano parte della piazza. L'ho ritratto approfittando di un pugno di minuti rubati a un paio di sfolgoranti pomeriggi di sole, ascoltando il rumoroso brusio delle centinaia di persone intorno a me e, a tratti, la musica di un intrattenitore che eseguiva "Strangers in the Night" davanti ai clienti di un bar.
Trovate miei precedenti post su Savonarola qui e su Palazzo Vecchio qui.
(acquerello su carta Fabriano 12,5x18 cm).

The word "Renaissance", applied as a tag to the pieces of architecture that have made Florence famous in the world, can match many objects that are so different for  spirit, appearance and historical period in which they were born, to let think it's an extremely general term, incapable of describing reality.
Palazzo Uguccioni in Piazza della Signoria, for instance, represents the most classicistic side of Renaissance Florence, directly linked to the Roman experiences of Bramante and Raffaello and to their most refined proposal of the canon of architecture estabilished by Vitruvius. 
It's therefore very far both from the more traditional taste, still belonging to the Middle Ages, never given up by the magnates of the city, and from the sober, bare shapes of the so-called "piagnona" architecture (Piagnoni were Savonarola's devotees), which from 1494 became predominant in the city for almost two decades, expression of Savonarola's Republic.
The palace, built by Mariotto di Zanobi Folfi called "l’Ammogliato" ("the Married") dates back to 1549, so it belongs to the still uncertain climate of the first years of supremacy of Cosimo de’ Medici, not yet Grand Duke.
Today the palace appears as a sumptuous scene in the square dominated by the imposing Palazzo Vecchio, and at the ground floor it hosts a bar-restaurant whose tables occupy part of the square. I portrayed it using a handful of minutes stolen by a couple of afternoons shining with sun, hearing the noisy hum of the hundreds of people around me, and, at times, the music of an entertainer playing "Strangers in night" in front of the customers of a bar.
You can find my previous posts about Savonarola here and about Palazzo Vecchio here. 
(watercolour on Fabriano paper 5"x7")