24 giugno 2011

La piazza silenziosa - The silent square


E' raro ormai che io passi da qui, che riveda questi grandi alberi e questi edifici dimessi, anche se questa piazza si trova a pochi passi dal Duomo, in una zona che frequento abbastanza spesso.
Eppure per alcuni anni questa piazza è stata il centro di ogni mia attività: qui c'erano molte aule della Facoltà di Architettura dove ho studiato, seguito corsi, sostenuto esami; qui ho conosciuto molte persone e ho stretto amicizie che sono ancora vive e importanti.
E tuttavia, non torno qui volentieri: la sede di Architettura si è spostata altrove, lasciando spazio alla Facoltà di Lettere e Filosofia, poco tempo fa è sorta una sgradevole cancellata per tenere lontani nelle ore notturne i numerosi sbandati che frequentano la zona, e il piccolo bar sull'angolo che ero solita frequentare ha chiuso.
Nell'insieme, c'è troppo poca animazione, troppo silenzio, anche se ancora si vedono passare piccoli gruppi di studenti, e le numerose auto in sosta rivelano che qui vivono o lavorano molte persone.
Stando su una panchina che prima non c'era, ho eseguito rapidamente questo disegno, mentre nella mente mi riapparivano, come lampi, immagini di situazioni e persone alle quali per anni non mi era più capitato di ripensare.
E mentre dipingevo con le matite acquerellabili, il pennarello marrone che avevo usato per il disegno ha preso a contatto con l'acqua un inatteso colore rosso, come se gli anni trascorsi dai ricordi di questa piazza avessero trasferito anche sul mio foglio una calda patina di ruggine.


I rarely pass through this place and see these large trees and these humble buildings, although this square is a few steps away from the Duomo, in an area where I go quite often.
And yet for several years this square has been the centre of all my activities: here there were many lecture rooms of the Faculty of Architecture where I've studied, attended courses, taken exams; here I've met many people and formed friendships that are still lasting and important.
Nevertheless, I don't like coming back here: the base of Architecture has moved to another place, leaving room to the Faculty of Literature and Philosophy, a short time ago an unpleasant railing was made in order to keep out at night the many drifters who hang around here, and the small bar on the corner where I used to go has closed.
On the whole, there is too little liveliness, too much silence, although small groups of students passing by can still be seen, and the numerous parked cars reveal that many people still live or have their jobs here.
Sitting on a bench that once was not here, I quickly made this drawing, while in my mind images of situations and people I hadn't been thinking of for years appeared again like flashes.
And while I was painting with water-soluble pencils, the brown ink liner that I had used for the drawing, coming in contact with water, became unexpectedly red, as if the years that had passed from the memories of this square had transferred also on my sheet a warm coating of rust.

20 giugno 2011

Il palazzo e la magnolia - The palace and the magnolia


Ogni volta che dall'imponente viale Lavagnini svolto in una delle strade secondarie che vanno in direzione del centro storico, ho la sensazione di entrare in un mondo a parte. Non appena il viale è alle mie spalle all'improvviso cala il silenzio, mentre mi trovo circondata da palazzi che con i loro portoni serrati e le loro finestre inanimate hanno l'aria di custodire segreti inaccessibili.
I rari passanti sembrano percepire questo senso di riservatezza, e conversando fra di loro o con interlocutori invisibili attraverso il telefono, rivelano a voce alta i dispiaceri e le angosce che li affliggono, quasi fossero in un confessionale, costringendomi a fingere di non sentire.
È in questa atmosfera intima e quasi sospesa dalla realtà che mi sono soffermata per realizzare questo acquerello, lasciandomi attrarre dal verde spettacolo di una magnolia posta all'interno di un minuscolo giardino.


Every time I turn from the large Viale Lavagnini to one of the secondary streets that lead to the historical city centre, I have the sensation of entering a world apart. As soon as the boulevard is behind my back, suddenly silence falls, while I find myself  surrounded by buildings that with their locked front doors and their lifeless windows look like keeping unapproachable secrets.
The rare passers-by seem to be aware of this sense of privateness, and talking to each other or to invisible interlocutors through the telephone, reveal aloud the sorrows and worries that torment them, as if they were inside a booth for confession, forcing me to pretend I'm not hearing.
It's in this intimate and almost suspended mood that I stopped to make this watercolour, letting myself be attracted by the green show of a magnolia placed inside a tiny garden.