21 novembre 2012
Le serre dell'Orto Botanico - The conservatories of the Botanical Garden
Conosco molto bene questo incrocio, queste strade, e tuttavia non sono mai entrata in questo edificio che fa parte dell'Orto Botanico di Firenze. Solo dopo una piccola ricerca ho appreso qual è la sua specifica funzione: si tratta della serra calda dell'Orto Botanico, nella quale sono raccolte molte piante provenienti da paesi tropicali: dalla rara e singolare Amorphophallus, originaria di Sumatra, di dimensioni gigantesche (ha un'unica foglia di oltre 4 metri e un fiore di 3 metri di lunghezza), alle piante che ci sono familiari per l'importanza dei loro prodotti nella nostra vita quotidiana: il caffè, il cacao, il cotone, il pepe.
Sembra assurdo ma può succedere, in una città come Firenze, che certi tesori di primaria importanza passino in secondo piano rispetto alle infinite bellezze circostanti. Non tutti infatti sanno che l'Orto Botanico di Firenze, chiamato anche Giardino dei Semplici, oltre ad essere il terzo più antico del mondo essendo stato fondato nel 1545 (successivo solo quelli di Pisa e di Padova), costituisce da secoli un centro di studio e di ricerca botanica di rilievo internazionale.
Io stessa, lo ammetto, non l'ho mai contemplato se non dall'esterno, grazie alla vista che se ne può avere passando lungo via La Pira. Presto dovrò rimediare a questa mia mancanza.
(penna a inchiostro indelebile e matite acquarellabili su taccuino da viaggio Winsor and Newton 14,9x21 cm).
I know very well these crossroads, these streets, and yet I have never entered this building that is part of the Botanical Garden of Florence. Only after a brief research I learnt which is its specific purpose: it's the warm conservatory of the Botanical Garden, where many plants coming from tropical countries are collected: from the rare and singular Amorphophallus, native of Sumatra, of gigantic size (it has only one leaf more than 4 meters long and a flower 3 meters long), to the plants that are familiar to us for the importance of their products in our everyday life: coffee, cacao, cotton, pepper.
It seems absurd but it may happen, in a city like Florence, that certain treasures of primary importance are pushed in the background by the endless beauties all around. Not so many know in fact that the Botanical Garden of Florence, also called the Garden of Simples, apart from being the third most ancient in the world as it was founded in 1545 (following just the ones in Pisa and Padua), has been for centuries a prominent centre of study on a worldwide scale.
I myself, I must admit, have always admired it just from the outside, thanks to the view that one can enjoy passing along via La Pira. Soon I'll have to make up for this lack of mine.
(waterproof ink liner and watercolour pencils on travel sketchbook Winsor & Newton 5,8"x8,3" cm).
13 novembre 2012
Olivi in Piazza San Giovanni - Olive trees in Piazza San Giovanni
Ho già parlato in passato del Battistero di Firenze, della sua apparenza enigmatica, della sua geometria ossessiva che sembra irradiarsi lungo linee invisibili sull'intera città.
La settimana scorsa ho saputo che in occasione della Biennale Internazionale dei beni culturali e Ambientali Florens 2012 una settantina di olivi secolari erano stati disposti in piazza San Giovanni, mettendo il Battistero al centro di un'installazione urbana.
Mi sono chiesta se gli olivi sarebbero riusciti a ingentilire la durezza di questo edificio sacro e tuttavia, come è stato scritto, "intellettualmente terribile".
Sono andata a verificare e, provando a ritrarre in un disegno l'insolito aspetto della piazza mi sono resa conto che continuavo a percepire il Battistero allo stesso modo di sempre, mentre gli olivi sembravano essere stati catturati dalla sua oscura potenza dominatrice, come vittime di un incantesimo.
Per vedere i miei due post precedenti sul Battistero, fate clic qui e qui.
(penna a inchiostro indelebile e matite acquarellabili su taccuino da viaggio Winsor and Newton 14,9x21 cm).
(penna a inchiostro indelebile e matite acquarellabili su taccuino da viaggio Winsor and Newton 14,9x21 cm).
In the past I have already spoken of the Baptistry of Florence, of its enigmatic look, of its obsessive geometry that seems to radiate along invisible lines all over the city.
Last week I heard that on the occasion of the International Biennial of Culture and Environment, Florens 2012, approximately seventy centuries-old olive trees had been arranged in Piazza San Giovanni, putting the Baptistry in the centre of an urban installation.
I asked myself if the olive trees would manage to soften the hardness of this building, sacred yet, as someone wrote, "intellectually terrible".
I went to verify and, trying to portray in a sketch the unusual look of the square I realized that I was still perceiving the Baptistry as ever before, while the olive trees seemed to be captured by its obscure dominant power, like victims of a spell.
03 novembre 2012
Il silenzio di via San Gallo - The silence of via San Gallo
Via San Gallo ha qualcosa di indefinibile che al tempo stesso mi respinge e mi affascina.
Passandoci, nonostante le innumerevoli finestre dalla quali ci si può facilmente sentire osservati, si avverte una sensazione di chiusura che rende questa via impenetrabile, misteriosa. Forse tutto questo si può spiegare se si considera che nel corso dei secoli lungo questa via sono sorti uno dopo l'altro numerosi conventi, chiese, ospizi di pellegrini che ne hanno segnato in modo indelebile il carattere.
Lo stesso nome della via deriva dalla chiesetta sorta nel 1218 poco lontano, lungo il Mugnone, in onore di San Gallo, che nel Quattrocento fu ampliata unendovi un grande monastero "capace di cento frati". Il convento fu poi distrutto nel 1530 dagli stessi fiorentini per ostacolare l'imminente assedio della città da parte dell'esercito imperiale, ma ancora oggi, lungo la via, esistono la chiesa di San Clemente con annesso monastero femminile, il monastero delle Mantellate, chiamate così per il loro caratteristico mantello, la chiesa e il monastero anch'esso femminile dedicati a Sant'Agata.
Nel mio acquerello eseguito dal vivo, ho ritratto il grande tabernacolo con l'Assunta nei pressi di via San'Anna. A pochi passi da lì, quasi alle mie spalle, il vecchio Ospedale di Bonifacio, fondato nel 1377, destinato nel Cinquecento ai contagiati di sifilide e nel Settecento ai malati psichiatrici (oggi occupato dalla Questura), che di certo contribuisce insieme a tutto il resto a fare di via San Gallo un luogo tranquillo eppure scomodo.
Trovate qui un'altra eloquente immagine di via San Gallo in un mio acquerello di circa un anno fa.
(penna a inchiostro indelebile e matite acquarellabili su taccuino da viaggio Winsor and Newton 14,9x21 cm).
Passing here, despite the numerous windows from which one may easily feel observed, we are touched by a feeling of closure that makes this street impenetrable, mysterious. Maybe this can be explained if we consider that in the course of the centuries many convents, churches, pilgrims' hospices were erected one after another along this street, permanently marking its character.
The name of the street itself derives from the small church built in 1218 a short way from here, along the river Mugnone, in honour of Saint Gallus, which in the Fifteenth century was enlarged and joined to a large monastery "accomodating one hundred friars". The convent was then destroyed in 1530 by the Florentines to oppose the imminent siege of the city by the Imperial Army, but still today along the street exist the church of Saint Clement with the adjoining convent of nuns, the Monastery of the Mantellate, so called for their characteristic mantle (mantello in Italian), the church and the monastery, also that of nuns, dedicated to Saint Agatha of Sicily.
In my watercolour made on location, I portrayed the big tabernacle with the Assumption of Mary (popularly named Assunta) near via Saint Anne. A few steps away from there, nearly at my back, the old Hospital of Bonifacio, founded in 1377, destined to the syphilis ills in the Sixteenth Century and to the psychiatric ills in the Eighteenth Century (today occupied by the Police Headquarters), which surely contributes together with all the rest to make via San Gallo a quiet yet uncomfortable place.
Here you can find another eloquent image of via San Gallo in one of my watercolours of approximately one year ago.
(waterproof ink liner and watercolour pencils on travel sketchbook Winsor & Newton 5,8"x8,3" cm).
Iscriviti a:
Post (Atom)