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Il mio non è che uno schizzo fatto in poco tempo e con più attenzione alla freschezza e all'immediatezza che alla precisione. Ma la piazza, per la sua storia, per la sua importanza, meriterebbe molto di più. Si tratta di uno spazio puramente rinascimentale, racchiuso su tre lati da edifici con colonne in pietra grigia su cui sono impostati archi a tutto sesto. Nello schizzo si vedono a sinistra la facciata della chiesa della SS. Annunziata, e a destra il prospetto inconfondibile dell'Ospedale degli Innocenti, sede di un'antichissima istituzione che da secoli e ancora oggi protegge i bambini e in particolare quelli provenienti dalle famiglie più povere e disagiate, di cui oggi si può conoscere la storia anche visitando il museo che si trova al suo interno. Le sue forme, caratterizzate da razionalità e armonia di proporzioni, furono ideate da Filippo Brunelleschi, maestro dell'architettura del Quattrocento che ancora oggi è nel cuore di tutti quelli che amano Firenze.
(Acquerello su carta Fabriano Blocco per Artisti 23x31 cm).
This is nothing but a sketch made in a short time and with more attention to freshness and directness than precision. But this square, for its history and importance, deserves much more. It is a pure Renaissance space, enclosed on three sides by buildings with gray stone columns on which all-round arches are set. In the sketch you can see on the left the façade of the church of the SS. Annunziata, and on the right the unmistakable front of the Ospedale degli Innocenti, home of an ancient institution that has been protecting children for centuries and especially those coming from the poorest and most disadvantaged families, whose history can also be known by visiting the museum inside. Its forms, characterized by rationality and harmony of proportions, were designed by Filippo Brunelleschi, master of fifteenth-century architecture who is still today in the heart of all those who love Florence.
(Watercolour on Fabriano paper "Blocco per Artisti" 9"x12").
Rispetto ai miei lavori, sono spesso insoddisfatta e subito impaziente di cominciare il prossimo per provare a fare di meglio. Vedo i difetti ma questo non mi impedisce di provare un po' di soddisfazione per le parti che invece sono venute meglio. Non mi piace lasciare i lavori incompiuti.
E tuttavia, quando guardo i taccuini di altri, finisco per apprezzare di più proprio ciò che nei miei mi dà fastidio, e mi innamoro delle pagine incompiute, disordinate, scomposte. Quelle più scarabocchiate e piene di ripensamenti.
Questo mi ha fatto capire che devo imparare ad essere più indulgente con le mie pagine malriuscite o incompiute.
Perciò pubblico questi due lavori che fanno parte della mia produzione più recente: una veduta del giardino del Bistrot Santa Rosa e una del parco di Villa Vogel.
Entrambi incompiuti, niente più che studi per esercitarmi nella tecnica dell'acquerello.
E resto abbastanza stupita nel vedere come due lavori fatti a distanza di un paio di settimane in luoghi diversissimi finiscano per assomigliarsi in modo sorprendente, come se il paesaggio esterno non sia stato che un pretesto, e il vero soggetto sia da cercare altrove, in un luogo non visibile agli occhi.
(Matita e acquerello su taccuino Moleskine)
Regarding my works, I often feel unsatisfied and immediately impatient to start the next one to try to do better. I see the flaws but this does not prevent me from feeling a bit of satisfaction for the parts that instead came better. I do not like unfinished works.
And yet, when I look at the sketchbooks made by others, I end up appreciating more just what bothers me more in mine, and I fall in love with the unfinished, disordered, messy pages. Those more scribbled and full of second thoughts.
This made me realize that I must learn to be more indulgent with my poor or unfinished pages.
So I publish these two works that are part of my most recent production: a view of the garden of the Santa Rosa Bistrot and one of the park of Villa Vogel.
Both unfinished, nothing more than studies to practice the technique of watercolor.
And I'm quite amazed to see how two works made a couple of weeks apart, in very different places, at the end resemble each other surprisingly, as if the external landscape is just a pretext, and the real subject is actually elsewhere, in a place not visible to the eyes.
(Pencil and watercolor on Moleskine Sketchbook)