Ho scoperto così il Palazzo del Parlamento di Bucarest, chiamato anche Casa del Popolo (Casa Poporului), impressionante testimonianza del periodo comunista che sorprende per le dimensioni esagerate, la simmetria esasperata, l'anacronistica rigidità.
Facendo alcune ricerche ho infatti imparato che il Palazzo, iniziato nel 1984 con la destinazione di quartier generale delle maggiori istituzioni dello Stato, fu voluto dal dittatore Ceauşescu che per costruirlo fece radere al suolo una vasta parte della città. E' uno degli edifici più grandi del mondo, con saloni e gallerie di dimensioni leggendarie, per un totale di 3100 stanze.
Mi sono chiesta perché ho scelto questo edificio così desolatamente privo di bellezza e di armonia come soggetto di un acquerello, e credo che la risposta sia nel fatto che le manie di grandezza di un regime totalitario che ha perso ogni senso della misura si materializzano nel Palazzo in modo sinistro, inquietante.
D'altra parte, il rapporto dissonante fra l'imponenza del Palazzo e la povertà formale del giardino antistante tradiscono l'inadeguatezza del disegno complessivo.
L'acquerello fa parte del progetto The Virtual Paintout, consiglio a chi non ne ha mai sentito parlare di andarlo a scoprire sul blog gestito dal pittore americano Bill Guffey.
Flying "virtually" over Bucharest, in Romania, a city that I've never visited and of which, I confess, I don't know anything at all regarding architecture, I got curious catching sight of the outline of a gigantic building in the city centre.
So I discovered the Palace of the Parliament, also called The People's House (Casa Poporului), impressing evidence of the Communist period which surprises for its excessive size, extreme symmetry, anachronistic severity.
Doing some research I learnt in fact that the Palace, begun in 1984 as general headquarters of the major institutions of the State, was commissioned by the dictator Ceauşescu who got a large part of the city demolished in order to accomplish it. It's one of the largest buildings in the world, with halls and arcades of legendary width, for a total of 3100 rooms.
I've asked myself why I chose this building, so upsettingly ugly and with no harmony, as a subject for a watercolour, and I think the answer is in the fact that in the Palace the delusions of grandeur of a totalitarian regime get materialized in an unsettling, gloomy way.
On the other hand, the discordant relationship between the majesty of the Palace and the poor form of the opposite garden reveals the inadequacy of the overall scheme.
The watercolour is part of The Virtual Paintout project, I advise those who have never heard of it to discover it on the blog hosted by the American painter Bill Guffey.